Lemon Therapy
Crediti
di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
diretto e interpretato da Enrico Lombardi e Alice Melloni
con la consulenza della Dott.ssa Melissa Cherubini
scenografia Rewik Grossi
video Stefania Centonze
grafica e illustrazione Gabriele Ferrari
organizzazione Alberta Froldi
**Selezione visionari Kilowatt Festival 2019**
La trama
Lemon Therapy è un lavoro che nasce da un’indagine durata sette mesi fatta di interviste, incontri e laboratori con ragazzi dagli 11 ai 20 anni, i loro genitori e gli insegnanti; uno spettacolo che parte dai ragazzi, dalle scuole, luogo in cui si sente sempre più l’esigenza di affrontare un argomento spinoso qual’è quello della sessualità in età adolescenziale, in termini di relazione ed educazione all’affettività. Utilizzando lo strumento teatro e mettendo al centro di questi incontri e laboratori il corpo, un corpo che sta cambiando, Enrico Lombardi e Alice Melloni sono riusciti ad entrare in contatto con i ragazzi, aiutandoli a raccontare le loro emozioni, per arrivare a comprendere come i tempi sono cambiati, cosa provano oggi, quali sono i loro dubbi, le loro certezze e come vivono la loro sessualità. L’epoca delle passioni tristi, delle non scelte, dove la risposta a tutto è “boh!”: la stagione dell’adolescenza dove il desiderio è di essere contemporaneamente come tutti gli altri e come nessun altro. Ci si chiede: esistono nodi intergenerazionali? La prima volta, l’attesa, la tensione, la sperimentazione, la scoperta di sè e dell’incontro con l’altro: chi sono io? Come sono cambiato? Il percorso infine ha visto entrare come autori del testo, Chiara Boscaro e Marco di Stefano, giovani ma già affermati autori milanesi. Nelle loro mani questo materiale è diventata una commedia che vede P. un trentacinquenne che ha rimosso completamente il ricordo della sua adolescenza, aiutato da V. una psicoterapeuta che lo segue durante un’ “originale” terapia che prevede inoltre l’interazione con il pubblico presente in sala. E’ così che ha preso forma Lemon Therapy, una commedia leggera ma non superficiale, che non vuole solo far ridere, non pretende di dare risposte, lascia spazio alla riflessione e lancia provocazioni sul tema, senza scimmiottare o prendere in giro il mondo adolescenziale ma cogliendo l’ironia, la crudeltà e la tragicità di quella complicata età.