Bagno per signore - tragicomici bisogni
Crediti
testo e regia di Andrea Lupo
con Mara Di Maio e Silvia Frasson
scene di Efrem Frassinetti
luci di Giuseppe Pistorio e Andrea Lupo
produzione Teatro delle Temperie
La trama
In un bagno, che idealmente rappresenta tutti i bagni, cinque brevi atti unici.
In uno spazio suggestivo e potente, claustrofobico ma protettivo come un nido, due interpreti eccezionali danno vita a una serie di situazioni esilaranti e dialoghi emozionanti in un turbine di emozioni e rivelazioni.
In una stanza da bagno volutamente chiusa e stretta, delimitata da strisce di luce e senza finestre, l’unico sguardo possibile al di là delle pareti è uno specchio: non un’apertura verso l’esterno quindi, ma un varco che porta ancora più dentro, verso il proprio interno, verso sé stessi.
Questo bagno è un posto da cui non si scappa ma è anche una zona protetta, un luogo dove poter stare da soli, dove affrontare se stessi senza l'intervento e l’interferenza di nessuno. Dove potersi guardare e ritrovare. Dove poter buttar fuori tutto, dal corpo e dalla mente, dall'inconscio e dal subconscio.
I personaggi che vi capitano sono in una fase di passaggio, per ragioni anagrafiche o a seguito di eventi o cambiamenti nella loro vita, e hanno bisogno di rifugiarsi qui per tirare fuori cose che altrimenti, davanti agli altri, non avrebbero mai il coraggio di tirare fuori. Oppure decidono di nascondersi qui insieme, perché hanno l’esigenza di guardare in faccia l'altro senza la possibilità che possa sfuggire, scappare, essere distratto da altre cose.
In bagno ci si confessa. In bagno si è intimamente insieme. Si crea un’intimità particolare con le persone che accettiamo nel bagno insieme a noi, con cui condividiamo le cose più private, più interne, più vere, più sincere, più nascoste.
In bagno questi personaggi metteranno a nudo tutta la loro esilarante, tragicomica, tenera, emozionante, fragile e potente umanità.
note di regia e drammaturgia
Ho sempre pensato che fosse profondamente ingiusto che per rappresentare l’”essere umano” inteso in generale, si scegliessero sempre personaggi di genere maschile. Nella storia del cinema o del teatro, sono quasi sempre attori maschili ad interpretarlo.
Per questo, volendo raccontare l’umanità nei suoi aspetti più “umani” e universali ho scelto invece dei personaggi di genere femminile. Non perché in questo spettacolo mi interessi indagare il mondo femminile o il femminile, ma per fare rappresentare per una volta proprio a personaggi femminili situazioni di vita e sentimenti, emozioni, difficoltà, scelte esistenziali, momenti di passaggio, crisi, felicità, nevrosi, tragedie: tutto quello che è possibile nell’esperienza umana universale.
Certo, il fatto che siano anche di genere femminile aggiunge alcune potenzialità, alcune possibilità, alcune profondità che forse, se fossero stati personaggi maschili, avrei avuto più difficoltà a rappresentare. Ma il punto è che questi personaggi non entrano in questo bagno per esprimere punti di vista prettamente femminili, ma per raccontarsi e raccontare, confessarsi e confessare la propria umanità di esseri umani.
Per fare questo ho scelto l’ambientazione di un bagno perché il bagno è il posto in cui più frequentemente ci capita di lasciarci andare… le confessioni più intime, gli sfoghi più violenti, i pianti più disperati e le risate più sguaiate spesso accadono in bagno… Chissà, deve esserci un qualche collegamento fra corpo e spirito; dopotutto in bagno anche il corpo si libera, lascia andare, si purifica, si lava, si prende cura di se. In bagno, in qualche modo, si è maggiormente a contatto con la propria umanità e quella degli altri.
Andrea Lupo
le biografie
Andrea Lupo | Attore, regista e autore, si diploma al corso europeo superiore di prosa nel 1995 presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”.
Riceve diversi riconoscimenti e premi fra i quali la segnalazione come “miglior attore emergente” al premio Ubu 2000 per lo spettacolo Kvetch.
Nel corso degli oltre vent’anni di carriera lavora sia nel cinema, che nella televisione e per la pubblicità. In teatro, come attore, con i principali registi italiani, tra i quali Lorenzo Salveti, Walter Pagliaro, Vittorio Franceschi, Sergio Maifredi, Tonino Conte, Nanni Garella, Luigi Gozzi, Alessandro D’Alatri.
È autore, regista e drammaturgo di produzioni teatrali, cortometraggi e libri.
Dal 2006, con altri giovani artisti, dà vita alla compagnia Teatro delle Temperie di cui è direttore artistico e per la quale cura i progetti culturali, organizza e conduce corsi e laboratori di teatro, è regista, attore e autore. Dal 2013 si avventura nella scrittura di libri illustrati per l’infanzia pubblicando una collana di quattro testi ai quali sono ispirati altrettanti spettacoli di teatro ragazzi.
Riconoscimenti:
- Segnalazione “MIGLIOR ATTORE EMERGENTE” - Premio Ubu 2000 per lo spettacolo “Kvetch” di S. Berkoff
- Premio “MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA”- Festival “Amori in corto” 2001 per il cortometraggio “Il primo pensiero” di Giovanni Galletta
- Premio “MIGLIORE ATTORE TEATRALE” al “Festival delle arti” 2003
- Vincitore del UAI Festival di Reggio Emilia 2005 per la regia dello spettacolo “Rocco e Nico”
- Vincitore del Roma Fringe Festival 2017 come Miglior attore, premio del pubblico e miglior drammaturgia con lo spettacolo "Il circo capovolto"
- Semifinalista al premio In-box edizione 2018 con lo spettacolo LO STRONZO
- Vincitore del Premio del Pubblico 2020 Palio Ermo Colle con lo spettacolo "Il circo capovolto"
- Vincitore del Premio del Pubblico 2021 concorso teatrale Mauro Rostagno con lo spettacolo "Il circo capovolto"
- Premiato al Catania OFF Fringe Festival 2022 con lo spettacolo "Il circo capovolto"
Mara Di Maio | Si diploma come attrice alla scuola di teatro Alessandra Galante Garrone a Bologna. Terminata la scuola lavora a Bologna in diverse produzioni con Nanni Garella in "Ista laus pro nativitate", ne "I giganti della montagna" di Pirandello e in "Miseria e nobiltà" di Scarpetta e "Lo spettro Blu". Si sposta a Roma e lavora con Lorenzo Salveti in "Doktor Faust" e in "Un tram che si chiama Desiderio" con Paola Quattrini e Enrico Loverso, con Giancarlo Sepe partecipa a "Ballando...Ballando" e "Marathon" e con Francesco Macedonio ne "Il campiello" di Goldoni. Negli anni successivi scrive il monologo "Sequestro scuola", e inizia una collaborazione internazionale con il collettivo gliEredi con lo spettacolo "Genitori Perfetti" regia dell'attore e regista inglese Henry Paul Miller. Negli ultimi anni collabora come attrice a diverse produzioni con il Teatro delle Temperie e con l’associazione ResHumanae. Partecipa a sceneggiati televisivi: “Studio Battaglia”, “Tutto può succedere 2”, “Amanti e segreti” e “Nebbie e delitti 2”, a spot nazionali, a film: “Tramite amicizia” di Siani, “Agata e la tempesta” di Soldini, “Il treno dei bambini” di C. Comencini e a film indipendenti. Al lavoro di attrice associa quello di insegnante di corsi teatrali e di dizione.
Silvia Frasson | Silvia Frasson nasce e vive in Toscana. Si diploma come attrice alla Civica Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi" di Milano. Il suo percorso prosegue parallelamente per due strade: quella di attrice di prosa - per cui ha lavorato con Gigi Dall'Aglio, Stefano Massini, Massimo Castri, Leo Muscato, Aldo Tarabella - e quella di narratrice, dando vita ad una sua particolare modalità di narrazione che torna ad insegnare nella scuola dove si è diplomata. Affianca Stefano Massini come assistente alla regia, docente di teatro, di narrazione e di drammaturgia presso Il Teatro Manzoni di Calenzano. E' autrice di tutti i suoi spettacoli di narrazione, tranne di "Amore e Ginnastica" di Edmondo De Amicis, adattamento teatrale scritto per lei da Stefano Massini. Il suo spettacolo LA VITA SALVA vince l'Italia dei Visionari 2021. Collabora come autrice e attrice con il Teatro delle Temperie per lo spettacolo "Poveri noi, storia di una famiglia nella tragedia della guerra", per la regia di Andrea Lupo. Ha portato per la prima volta sulla scena Le voci della Sera di Natalia Ginzburg.