Edipus
Tragicommedia per attore solo solo
Crediti
testo di Giovanni Testori
con Silvio Barbiero
costumi Lauretta Salvagnin
scenografia Alberto Nonnato
produzione MAT Mare Alto Teatro
La trama
Un non più giovane capocomico, abbandonato dalla sua compagnia, torna in scena, animato da una scialba rabbia, per mettere in scena una sua scabrosissima versione del testo di Sofocle. Ne verrà fuori una divertente e rivoluzionaria interpretazione del mito e del suo
insegnamento.
Il testo è una profonda attestazione d’amore di Giovanni Testori verso il Teatro e la sua natura biforme tra arte e artigianato, scritto in una lingua magmatica di sua invenzione, una fragrante commistione di poesia e materia.
Giovanni Testori rappresenta perfettamente quella figura di intellettuale scomodo e al tempo stesso in continua relazione con la società.
Un autore la cui pressoché assoluta assenza, in questi tempi oscuri ed efficacemente oscuranti, ce ne segnala l'imprescindibile necessità.
Edipus è un testo incandescente ma soprattutto un esercizio di libertà per il pubblico e attore.
le foto
stampa e commenti
«Edipus», assai libera riscrittura della tragedia di Sofocle, è il terzo tassello (dopo «Ableto» e «Macbetto»)della Trilogia degli Scarrozzanti, che Giovanni Testori scrisse fra il 1972 e il 1976 su misura della mostruosa capacità attoriale di Franco Parenti.
Tre omaggi palpitanti al teatro (gli scarrozzanti sono gli attori girovaghi della scalcagnata compagnia che al modo della Commedia dell’Arte portano in scena i capolavori Shakespeariani e sofoclei), tre testi di caustica dissacrazione emancipatrice nel decennio del più grande fermento eversivo e rivoluzionario della società italiana, poi infrantosi sugli scogli della funebre e sanguinaria liturgia degli anni di piombo.
L’attore patavino Silvio Barbiero arricchisce il trascinante, ilare e amarissimo monologo di Testori (della compagnia degli
Scarrozzanti rimane in quest’ultimo atto il solo e ramingo capocomico) di intelligenti ed esilaranti stilemi cabarettistici mutuati dalla stand-up comedy, che gli conquistano immediatamente la simpatia del pubblico.
Satira radicale e sanguigna, violentemente avversa all’ordine costituito e alle sue mitologie, libertaria e anticlericale. Ma anche atto d’amore per il teatro già mezzo secolo fa percepito come a rischio d’estinzione, affidato a un ultimo interprete abbandonato da tutti e irriducibile, saldamente intenzionato a procedere in direzione ostinata e contraria(cit.).
Un teatro dei reietti, degli ultimi, degli esclusi, cui bastano pochi costumi di scena, un improbabile datore di luci e un’indomita voglia di narrare per essere vivo.
Gran bella cosa, e gran fortuna avere assistito a uno spettacolo dal testo mirabile, ottimamente reso da un attore brillante e appassionato.
Enrico Ciccarelli | bonculture
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