La mandragola
Crediti
di Niccolò Machiavelli
produzione Teatro Europeo Plautino
regia e adattamento Cristiano Roccamo
con Agnese Ascioti, Elisa Carucci, Gianluca d'Agostino e Nicolò Parodi
costumi Sonia Marianni
scene Giada Morri
musiche e canzoni Andrea Mazzacavallo
responsabile di produzione e organizzazione Angela Del Magno
La trama
Siamo a Firenze nel 1504. Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie del dottore in legge messer Nicia, che si cruccia per la mancanza di figli. Con l'aiuto del servo Siro e dell'astuto amico Ligurio, Callimaco, in veste di famoso medico, riesce a convincere messer Nicia che l'unico modo per avere figli sia di somministrare a sua moglie una pozione di mandragola (da qui il titolo della commedia), ma il primo che avrà rapporti con lei morirà. Ligurio quindi propone a Nicia una geniale soluzione, cioè che a morire sia un semplice garzone: Nicia si tranquillizza in parte, ma rimane comunque perplesso, visto che qualcuno dovrà giacere con sua moglie, la quale però è l'unica a farsi scrupoli.
“Da sola vale tutte le Commedie di Aristofane”, così Voltaire definisce La Mandragola, il capolavoro del Teatro Comico italiano del 500. Un'opera che fa da tramite tra il genio di Plauto e la nascita di quel teatro che ci ha reso famosi nel mondo quale la Commedia dell'Arte. In quest'opera troviamo tutta la grandezza di Machiavelli. Non solo uomo politico, filosofo, storico ed economista ma, soprattutto, uomo attento alle necessità del popolo e per questo perfetto descrittore della realtà umana e quindi eccellente drammaturgo.
Lo spettacolo scorre veloce grazie ad una trama sublime incentrata sull'inganno. Si arriva al finale senza accorgersene con la leggerezza e la delicatezza di un classico del cinquecento in cui la poetica tragica e surreale della vita trova comunque spazio.
Gli attori e i personaggi si somigliano sempre di più fino a fondersi ed intercambiarsi, creando un rito di condivisione emotiva con gli spettatori che, attraverso il potere esorcizzante e catartico della risata, vivono un momento di libertà e riflessione.
Il coinvolgimento del pubblico è immediato in un gioco continuo fra teatro e metateatro, uno spettacolo senza muri immaginari che separino attori e spettatori.
La Mandragola è di per sé un insieme di antico e moderno. La “messa in scena” rimane fortemente legata all'originale con quattro ambientazioni sostenute da semplici elementi di contorno e personaggi magistralmente interpretati dagli attori.
Ancora una volta ridiamo dei vizi e degli inganni umani. La caratterizzazione linguistica, i riferimenti alla società contemporanea, la parte in prosa e la parte novellistica, rendono questo allestimento autenticamente umanistico e, oggi come allora, specchio della realtà.
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