Chiunque si metta in viaggio non lo fa perché conosce una strada, ma perché sta cercando la sua strada.

E se Omero fosse soltanto uno smemorato solitario? E se l’Odissea finisse persa nell’oblio, confusa in una soffitta piena di oggetti e vecchi ricordi sbiaditi?
Omero, che ha ormai dimenticato anche il suo nome e si fa chiamare "Blu", come il colore di quel mare che tanto ha amato, vive in una vecchia soffitta piena di oggetti, libri, ricordi, registratori, memorie; è isolato dal mondo, non ricorda molto bene chi era e che cosa ha fatto nella sua vita. Trascorre il suo tempo occupato da piccole abitudini quotidiane quando, come per magia, arriva la Dea Atena, protettrice di Ulisse, che lo invita a raccontare la storia, la sua storia, che per nessun motivo dev'essere dimenticata. Così, poco a poco, la memoria torna a circolare come linfa vitale; piano piano tornano i ricordi e il racconto si scioglie, le parole riaffiorano, la vita ritorna. Perché il racconto è la vita stessa e ricordare è un po’ come tornare a casa. L’incanto del racconto rifiorisce, riportando alla luce l’Odissea e Ulisse, l’eroe che per lungo tempo viaggia ma che mai dimentica la sua piccola Itaca.
Una rivisitazione in chiave moderna dell'opera leggendaria di Omero, senza dimenticare di mantenere la loro epicità e importanza letteraria.