Santa subito
una stand-up mistica
A partire dalle proprie esperienze, Francesca Falchi redige un esilarante compendio, necessario per superare questi tempi. Perché dove non arriva il Prozac c’è sempre Santa Flora di Beaulieau e per realizzare i desideri non servono quattro topi posseduti e una fata madrina ubriaca, ma bastano il calendario di Frate Indovino e una famiglia matriarcale.
Crediti
di e con Francesca Falchi
Spettacolo selezionato al
ROMA COMIC OFF 2019
MILANO OFF FRINGE FESTIVAL 2019
categoria: stand-up comedy
anno: 2019
La trama
Se una moneta in un pozzo fa subito The Ring e un altare in campagna fa subito Janas, l’alternativa è il lumino in salotto. SANTA SUBITO, scritta ed interpretata da Francesca Falchi, è una stand-up comedy “mistica” che vi farà capire che se “i sogni son desideri”, per realizzarli non servono quattro topi posseduti e una fata madrina ubriaca ma sono sufficienti il calendario di Frate Indovino e una famiglia matriarcale che non fa differenze tra la Madonna di Lourdes e l’alieno dell’Area 51.
In un periodo storico in cui la coscienza traballa la scienza emigra e la fantascienza fluttua, la fede (fosse anche quella nella Nutella) alimenta un fiume di richieste di protezione cure e rimedi contro i mali del nostro tempo (fisici e non). Per dar voce ad ogni preghiera e per far sì che ciascuno abbia il suo, dall’appetito di coccodrillo alla prostata funzionante (rivolgersi a Sant’ Anna per direttissima), Francesca Falchi dà vita ad un excursus comico tra le sante che popolano l’immaginario popolare e a cui ci si rivolge finanche per curare l’alluce valgo (Santa Riccarda) o la bronchite del gatto, perché le donne, si sa, hanno una percentuale di problem solving che neanche Mc Gyver.
A partire dalle proprie esperienze personali e da una lunga tradizione tenuta viva da una famiglia matriarcale, Francesca Falchi redige un compendio necessario per superare questi tempi, perché dove non arriva il Prozac c’è sempre Santa Flora di Beaulieau e nel caso di una folgorazione (che di fulmini impazziti in questo periodo ce n’è e pure molti) Santa Scolastica è quella che fa per voi. Da Giuliana di Nicomedia, che cura le malattie contagiose (dai brufoli nel sedere all’invidia) a Santa Zita, che si occupa della perdita di memoria (da invocare per quel tizio dell’estate del ’93 “certo che ti richiamo bellissima” sparito chissà dove, forse nella dimensione parallela dove Stephen Hawking sembra Ryan Gosling).
Insomma un Bignami indispensabile per risolvere qualunque problema, che a volte due mani giunte fanno miracoli.
FRANCESCA FALCHI Cagliari, 1970. Attrice e drammaturga. Si diploma come attrice alla Scuola di Teatro di Bologna.
È vincitrice della I edizione del Premio Lunarte Festival 2012 con il monologo "L’Alba della sposa" sull’artista Pippa Bacca.
È vincitrice del Premio di drammaturgia In punta di penna 2013 e della XIV edizione del Premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne” 2013 sezione TEATRO con il testo "Vettorina nella città dei pezzi di ricambio". Ad ottobre 2015 debutta con lo spettacolo "LA MALEDIZIONE DEI PURI - Se Pasolini e De André", spettacolo finalista alla XVI Edizione del Premio Poetico Ermo Colle 2016 e selezionato al Festival Teatro Off artificio di Como-Italia dei Visionari 2016. Il suo spettacolo "DER PUFF" su lesbiche e nazismo è stato selezionato per partecipare al prestigioso festival IN SCENA Italian Theatre Festival che si è tenuto a New York nel maggio 2017.
Vince il premio come miglior testo al FESTIVAL NAZIONALE FACCE DA BRONZI 2020. Nell’estate 2021 partecipa a quattro festival della comicità: Premio Charlot, Festival del Cabaret di Martina Franca, Premio De Rege e Adriatica Cabaret, dove vince il prestigioso Delfino D’Argento
le foto
stampa e commenti
... Un monologo irriverente creato a partire da personalissime vicende, che esorcizza con ironia il tema della religiosità popolare e si presenta come un prontuario necessario per superare i mali di vivere della società contemporanea. Il palco lo domina con maestria, la Falchi, e il pubblico la segue con l’eccitazione giusta, quella di chi sa che sta per dirne una delle sue e rimane piacevolmente in attesa. Una pièce al femminile, sebbene non manchino gli uomini in sala e non siano certamente (solo) le donne le destinatarie dei suoi messaggi ̶ subliminali e non ̶ .
unicaradio.it | Giulia Sanna
... dotata di un carattere letteralmente esplosivo, ha verbo spigliato e gesti eloquenti, espressioni che portano a compimento i fatti da lei narrati. E narra amabilmente di sé, rappresentando tutto il buffo e serio che c’è anche nel quotidiano di ciascuno di noi. (...) Gli aneddoti sono novelle scritte con un linguaggio esperto, sintatticamente corretto, forbito nella forma e nuovo nei contenuti. Sebbene sarde entrambe, se il primo accostamento può essere fatto alla bravissima conterranea Peppi Cucciari, Francesca Falchi in breve evidenzierà il proprio profilo ritagliato su spessori ricercati ed inediti: grazie alla cultura che la rende spigliata, padrona di contenuti e linguaggio, riesce a riportare i dettagli dei momenti di intimità che arrivano senza scandalizzare nella considerazione che il “buffo” è celato in ogni azione e che assumendo la consapevolezza che “leggero è bello” si può arrivare nel vissuto di ciascuno in maniera assai più diretta.La sua comicità non è radical chic oppure urban style, è un assunto chiaro e diretto di ciò che l’attrice è: una donna cresciuta in un mondo percorribile, fatto di elementi di conversazione scaturiti dalla tradizione familiare, quando si andava a messa la domenica, i bambini andavano a scuola dalle suore, si frequentava il catechismo e si rispettava il Santo del giorno che poi se piuttosto famoso, nel richiamo alla devozione, era anche quello relativo ad una categoria precisa. (...) Francesca Falchi, agile nel parlare alle persone di ogni età, riesce con grande astuzia e sagacia a raccontare e far ricordare il tempo in cui i cassetti dei comodini o anche delle dispense erano pieni di mazzi di immaginette tenute con l’elastico, ciascuna con una preghiera dietro, ciascuna per una grazia diversa. Affinché la Speranza portasse con sé sempre qualcosa di sacro e di profano.
Zarabazà | Ckaudia Lo Presti
In una direzione di decisa esplicitazione autoironica si muove l’autrice e interprete di “Santa subito”, che ci ha condotto lungo un divertissement esplorativo della condizione femminile, in formato autobiografico, (...) descrivendo senza mezzi termini le proprie tragicomiche esperienze sessuali e non, suffragate da invocazioni alle innumerevoli sante, uniche delegate alla sopravvivenza a quel tempo, della cui presenza massiccia Francesca ha goduto fin dal primo vagito nella terra dei nuraghi. Di origine cagliaritana, la nostra narratrice ha colto gli umori e le memorie matriarcali dell’isola, incastonandoli in un percorso dove il suo humour non trascura il coinvolgimento del pubblico, con il quale riesce a dialogare simpaticamente senza interrompere il flusso del racconto grottesco, acceso da episodi dove il testo, ricco di sapide battute a raffica, si avvale della sua mimica accattivante. Per completare il quadro l’agiografia illuminante delle sante di cui è costellato il testo, ampiamente approfondita, sfiora allegramente dettagli dissacratori, svincolandosi senza pietà dalla pruderie fin de siècle.
Script & Books | Anna Di Mauro
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