ZIN ZIN - Lochescion, l’inizio della fine
Crediti
di e con Giorgio Comaschi
luci e audio Matteo Nanni
voci fuori campo Laura Dondoli e Ida Antonello
La trama
Giorgio Comaschi torna allo spettacolo teatrale, più propriamente al monologo cabarettistico, con un lavoro che prende il titolo dall’esclamazione con cui conclude ormai da un paio di anni i suoi post sui social per indicare il suono che fa lo smeriglio, da usare metaforicamente contro le malefatte linguistiche e gli atteggiamenti, i tic, le manie della gente comune (compreso se stesso). Un monologo comico sugli inglesismi forzati inseriti malamente nella lingua italiana, da “lochescion” in avanti, proseguendo per “feedback”, “call” eccetera. Comaschi spazia poi nella finzione televisiva (che ha toccato con mano nei suoi dieci anni di carriera in tv), che produce fiction anche nei presunti reality. Non si salva nessuno, né Sanremo, né Master Chef, né le varie Isole dei famosi. L’attore-giornalista è solo in scena con solo uno smartphone in mano, tramite il quale dialoga con voci all’esterno. C’è anche irresistibile racconto di una sorpresa televisiva realizzata per Carramba che sorpresa, il programma di Raffaella Carrà, a casa di Julio Iglesias. Un’ora e un quarto di risate e di “Zin zin”, distribuiti a destra e a manca.
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